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SAN FRANCESCO DEL DESERTO

Nella laguna di Venezia, nei pressi di Burano e di Torcello, la piccola isola di SAN FRANCESCO DEL DESERTO, ricca di storia e di spiritualità, si presenta come un ciuffo di verde che emerge dall’acqua.

Coperta da alberi tra i quali spiccano alcuni filari di secolari cipressi che la caratterizzano già in distanza, da pini marittimi e da altre piante secolari e in parte coltivata a orto e a vigne ad uso del convento.

L’isola è protetta dalle mare grazie al vecchio terrapieno dell’installazione militare, rinforzato ed ampliato dopo la grande marea del 1966.

 

Nel 1220 l’isola, frequentata sin dall'età romana come testimoniano alcuni reperti del primo, quarto e quinto secolo d.C., ospitò Francesco d'Assisi al suo ritorno dalla V Crociata, dove si era recato a predicare il Vangelo e facilitare la fine della guerra.

Frate Francesco d’Assisi nella primavera del 1220 ritorna dall’oriente. Si era recato presso i “Saraceni”, a Damietta, là dove i Crociati tentavano con le armi di vincere le resistenze nemiche e conquistare la Terra Santa. Aveva incontrato pacificamente - nel dialogo - il Sultano d’Egitto Malek-el-Kamel, suscitando sentimenti di amicizia e di ammirazione. Tornato con una nave veneziana, probabilmente giunge a Torcello, centro storico di rilievo e sede del Vescovo. In Italia Francesco dovrà affrontare gravi problemi creati dalle numerosissime persone che desiderano seguirlo sulla strada del Vangelo, ma prendendo orientamenti diversi; pertanto egli cerca un luogo tranquillo dove fermarsi nel silenzio a pregare e riflettere. Arrivato su una piccola isola che è proprietà del nobile veneziano Jacopo Michiel, è accolto dal canto di una moltitudine di uccelli; lo racconta il suo biografo san Bonaventura da Bagnoregio. (estratto da Wikipedia).

Nel 1233 (appena 5 anni dopo la canonizzazione di Francesco d’Assisi, Jacopo Michiel - di famiglia dogale - dona l’isola ai frati minori, peraltro già dotata di una piccola chiesa.
Gli scavi archeologici degli anni ’60, hanno portato alla luce conferme di rilievo di quanto era stato da sempre tramandato.

Nel XV secolo, l'isola ed il convento furono abbandonati a causa dell’insalubrità della Laguna e le cattive condizioni ambientali. Da allora a nome dell’isola venne aggiunta la specificazione … del Deserto. 
Successivamente, frati dell’Ordine dei Minori osservanti) la presero in consegna l’isola, riedificarono la Chiesa e restaurarono il Convento completandolo con un nuovo chiostro. Gli stessi garantirono il mantenimento della sua destinazione religiosa fino al 1806, quando furono costretti ad abbandonare il sito per effetto della soppressione napoleonica degli ordini religiosi.

L’Isola fu successivamente adibita a polveriera dagli Austriaci sino a che nel 1858 il terreno passo alla Diocesi di Venezia, che a sua volta consentì ai frati francescani di rifondarvi il monastero, tuttora attivo.
Il fascino dell’isola ha ispirato lungo i secoli artisti e poeti.

Si accede al complesso monastico attraverso un lungo viale che conduce alla Chiesa. 
Il complesso e caratterizzato dalla presenza di due chiostri, il primo tipico esempio di arte francescana povera, recentemente ricostruito nella sede dell'originale e il secondo del XVII secolo.
Dal primo chiostro si accede alle due chiese, la più est a delle quali è la più antica , probabilmente di epoca preminoritica. La seconda invece è di epoca quattrocentesca, a una navata e con soffitto sforma di carena di nave, Le due chiese ospitano tele e dipinti di un certo interesse.

Oggi l’isola è aperta alla visita dei turisti che così possono trovare risposte a curiosità e interesse di ordine culturale-storico e artistico ma anche gustare la pace e la tranquillità che il luogo offre.
L'isola non è servita da mezzi pubblici, tuttavia è facilmente raggiungibile da Burano con mezzi privati.